Data: 29 dicembre 2015, ultima prova dell’anno che si sta chiudendo.
Luogo: la nostra freddissima sala prove.
Non si tratta di fare bilanci, non ci piace e non ne abbiamo voglia, vorremmo solo ricordarci di un po’ delle cose che sono successe in questa, se poi ci pensate convenzionale, divisione del tempo chiamata “anno”.
Sono stati 365 giorni belli pieni nei quali ci sono dentro molte cose. Iniziamo. Dovremmo sempre ricordarci che nel 2015: abbiamo registrato un disco di 9 pezzi; Lorenzo si è sposato (e Saverio era uno dei suoi testimoni); Mauro ha imparato a fare la pizza come pochi altri sul territorio italico; abbiamo conosciuto persone che ci hanno aiutato a dare vita a un piccolo sogno chiamato Sicuro su niente (uno di questi si chiama Francesco, grazie); ad una serata abbiamo visto la sala svuotarsi mentre stavamo suonando, e non è bello; ad un’altra serata – quella della presentazione del disco – abbiamo visto occhi e orecchie attente dall’inizio alla fine, ed è stato molto bello; Gianmarco ha cambiato casa; Saverio si è laureato in Filosofia; abbiamo dato qualche intervista ad alcune radio che hanno (coraggiose!) passato anche qualche nostro pezzo; siamo andati in trasferta a Milano; abbiamo cominciato a condividere fra di noi molta della musica che ascoltiamo su Spotify; siamo stati a cena e a pranzo molte volte insieme, anche mangiando la sublime pizza di Mauro; Gianmarco ha fatto parecchie chiusure; Lorenzo si è molte volte lamentato del poco tempo a sua disposizione; Saverio dovunque è andato (Sicilia, Marche, Lombardia, Lazio, Abruzzo, Veneto, Toscana…) ha portato con sé e venduto, o regalato, qualche copia del disco; Mauro ha cominciato a giocare a calcetto con molta più intelligenza tattica, e riesce anche ad essere incisivo sotto porta, grazie anche ai consigli di Saverio (ammettiamolo); Lorenzo e Gianmarco giocano nella stessa squadra di pallavolo; qualcuno ha accostato la nostra musica a quella dei Timoria e dei Litfiba, bé poteva andarci peggio; altri l’hanno definita come poco alternativa, e anche qui poteva andarci peggio; altri ancora hanno detto che i testi delle nostre canzoni sono troppo criptici, e forse è vero; Lorenzo si è fatto una mega vacanza fra le Maldive e lo Sri-Lanka, mentre gli altri tre si squagliavano al caldo della città, a luglio; Mauro ha fatto moltissimi chilometri con la sua motocicletta, ma non sarà mai un vero centauro; abbiamo calcato di nuovo il palco dell’Antifestival, e c’era tanta gente che era tanto bella; ci siamo abbracciati più di una volta scesi dal palco, e ci siamo guardati con un sorriso d’intesa il giorno in cui abbiamo ascoltato il master definitivo del nostro disco; qualcuno a noi molto caro è potuto tornare ad ascoltarci, e a vivere a pieno; abbiamo sempre discusso civilmente degli arrangiamenti e delle parti altrui all’interno dei pezzi, ma più di una volta abbiamo sospeso il giudizio su alcune proposte musicali; Saverio ha tenuto gli altri sulle spine per un paio di giorni, prima di dargli una buona notizia; abbiamo avuto modo di suonare con due amici che ci hanno aiutato per un importante concerto, grazie Viviana e grazie Marco; a quello stesso concerto poi ci ha dato una mano, tecnica e morale, anche Roberto, grazie; Elisa ha fatto di una nostra canzone la “colonna sonora” di uno splendido viaggio “immaginario” dall’alto su Spoleto, grazie; qualcuno ci ha proposto di scrivere delle musiche per uno spettacolo teatrale; Mauro è diventato zio; anche Lorenzo ha cambiato casa, ed è andato ad abitare con sua moglie Marta; abbiamo dovuto rispondere più volte alla legittima domanda “ma perché vi presentate con il nome di un singolo, e vi considerate a tutti gli effetti come una band?”, e la risposta è sempre stata insoddisfacente anche per noi; abbiamo cercato un nome per la band da affiancare a quello di Saverio, ma ogni volta abbiamo finito per dire solo cazzate e ridere; abbiamo vinto un concorso musicale, e a un altro siamo arrivati secondi – va bene uguale; Gianmarco ora gira con un’auto bianca che sembra un taxi, ma è sempre più motorizzato di Saverio che spesso gira a piedi o in pullman; abbiamo programmato, solo nella nostra testa, uno spettacolare viaggio a Cuba; abbiamo una fan sfegatata che ci segue dal Piemonte; ci siamo visti a Cadorna; ci siamo messi a dieta, e poi qualcuno ha ripreso i chili che aveva perso; abbiamo venduto circa 150 copie del nostro disco, ed è un successo; abbiamo ricevuto ascolti su Spotify dall’Australia e degli Stati Uniti, e questa cosa è straordinaria; qualcuno ci ha detto “non è il mio genere, ma siete bravi”; altri ci hanno detto, meno diplomaticamente, “non è il mio genere”; siamo andati al cinema insieme, una volta, ma non eravamo tutti; abbiamo chiesto la tessera di soci onorari al Testone, ma non sono preparati sotto questo punto di vista; al matrimonio di Lorenzo abbiamo molto festeggiato, e anche suonato una canzone di Renato Zero; abbiamo detto tante volte “dai, riprendiamola da capo…”; Saverio ha ricordato molte volte a Mauro gli accordi o le parti di chitarra di quasi tutte le canzoni in repertorio; Lorenzo ha più volte perso i suoi preziosi fogli dove appunta le parti di basso; Gianmarco si ricorda più o meno tutto; abbiamo suonato in una piazza strapiena di gente, con una gradinata in fondo, peccato che fosse tutto illuminato a giorno; ci siamo bevuti alcune birre insieme, ma ricordare tutto quello che ci siamo detti non è facile, anche se ha segnato lo scorrere, se volete convenzionale, di questi 365 giorni.
Buon 2016.
Saverio, Mauro, Lorenzo, Gianmarco