Domenica sera, a Che tempo che fa, Paolo Sorrentino ha dato una risposta bella e molto intelligente ad una domanda di Fazio.
Il conduttore ha chiesto a Sorrentino, dopo la vittoria dell’Oscar, che cosa sia, per lui, in definitiva, La grande bellezza. Sorrentino ha aspettato un attimo e ha più o meno detto così: la grande bellezza è tutto ciò che, nella vita di un uomo, rimane incagliato nella memoria. La maggior parte del nostro tempo lo passiamo a fare cose futili, in realtà i momenti decisivi sono pochi e “sparuti”. Se di quei momenti decisivi, qualcuno, rimane nella nostra memoria, allora lì sta la grande bellezza.
Poco dopo sono uscito, a fare due passi nella città deserta. Ho ripensato a quella risposta che mi aveva, fin da subito, colpito.
Ho pensato che probabilmente non era completa, quella risposta, e che andava approfondita.
Se è vero, infatti, che ciò che rimane impigliato nella rete della memoria ci permette di tornare indietro, di ripercorrere i nostri passi, di capire perché siamo in luogo piuttosto che in un altro, è anche vero che i ricordi – spesso – vengono manipolati.
E li manipoliamo noi stessi.
Noi facciamo sì che il passato ci si raffiguri in un certo modo e non nel modo in cui veramente era accaduto.
Il nostro ricostruire i ricordi è sempre diverso e risponde sempre alla stessa logica: dobbiamo andare avanti, e per fare ciò bisogna scrollarsi di dosso i pesi. Anche manipolando i ricordi. Anche trasformandoli, rendendoli belli, o almeno: meno brutti.
Siamo una macchina straordinaria, nessun computer può fare ciò che fa il nostro misero lume dell’intelletto naturale.
Non lo so se la grande bellezza sia questo incastrarsi delle cose, nella memoria.
Può darsi; mi piace pensarlo.
Come mi piace pensare che siamo noi il filtro principale, che siamo noi la rete lanciata.
Ché siamo noi, a dar forma al passato, mentre è il passato ad aver dato forma a noi.