#Racconto

Un’auto si allontana lungo una strada stretta e senza uscite laterali; solo in fondo – mescolato al riflesso del calore sull’asfalto – sembra esserci l’imbocco verso un’altra via, più grande. I tuoi passi – i primi lentissimi e farraginosi – risuonano nel silenzio del primo pomeriggio di un giovedì di metà luglio; vieni trasportato a fatica dalle tue gambe mentre il caldo ti ammanta la testa e le spalle. C’è qualcuno che urla al telefono e quel rumore sembra violare il tuo silenzio, rappresentazione di un’assenza che pare profonda e inconcepibile. Ti volti e la macchina è già lontana, inevitabilmente; non si parte mai per tornare come quelli di prima. Perché anche i luoghi non sono mai gli stessi: le città mutano. Cambia il loro profumo e gli angoli rispecchiano quello che gli passa a fianco.

Una viuzza pedonale, sulla destra, ti riporta a casa e controlli te stesso da fuori, ti guardi come fossi capace di avere gli occhi degli altri. I tuoi sono impegnati a non perdere il contatto col terreno che un po’ si sfalda e ti strattona.

Ora è notte, di nuovo come ogni sera. Te sei affacciato alla finestra e guardi quella strada stretta e senza uscite laterali nella quale un’auto, prima, si è allontanata scomparendo. Ti rimane addosso la calma placida di un luogo famigliare a cui ti sembra sempre più di non saper dire ciò che sei. Perché – forse – non lo sai nemmeno te, bene, cosa sei e dove te ne stai andando. L’auto che si è allontanata sapeva dove andare, e ha raggiunto la sua destinazione ma te non sarai mai un’auto che affronta strade strette e senza uscite laterali. Tu sei mille cose insieme e per far sì che nessuna soffochi asfissiata dalle altre, con molta probabilità, devi saper coltivare l’equilibrio.

Fra poche ore sarà di nuovo giorno, e dopo un po’ sarà nuovamente notte. E tante altre auto si allontaneranno dal tuo sguardo, a volte gonfio di lacrime che cadono a terra, altre volte sollevato e sorridente come quando d’estate arriva la sera e l’aria si fa fresca, ti accarezza la pelle e ti aiuta a rimanere in piedi.

Saverio Mariani

Author Saverio Mariani

Laureato in Filosofia ha svolto ricerca a Macerata, Napoli e Roma, salvo tornare sempre nella sua Umbria dove c'è il silenzio giusto per suonare le sue chitarre. Ha scritto saggi per riviste scientifiche, un libro su Bergson (ETS, Pisa 2018), alcuni racconti usciti su Minima&Moralia e varie altre cose. Sua madre dice che compra troppi libri, per l'Istat è un lettore forte.

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